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LUIGI FRANCIOSINI- I concorsi

 


IL MUSEO DELLA SCIENZA DI ROMA- CONCORSO

IL RAPPORTO CON LA CITTA:

Il progetto per il museo della scienza di Roma si integra armoniosamente con il contesto degli Stabilimenti Militari e la città circostante. Conserva il recinto antico, incorporandolo come parte integrante del complesso museale. L'ambiente è caratterizzato da angoli retti, ombre regolari, assi e contrappunti, con alberi di platano lungo Via Reni. Questo paesaggio è racchiuso tra le colline di Monte Mario e Monte Parioli, bordato dal fiume e delineato dalla sagoma del tridente novecentesco.

Più regolare è il layout urbano, più intensa diventa l'espressione del progetto quando le emergenze architettoniche si intersecano: i canali sinuosi del MAXXI, la calotta sferica e la conca scolpita dello stadio Flaminio, i tre carapaci adagiati tra le colline di ulivi, i blocchi rossi del quartiere Olimpico...

Questo contesto è ricco di elementi eccezionali che interagiscono tra loro. L'impianto architettonico offre due approcci: uno libero e uno controllato. Le funzioni accessibili a tutti sono collocate in continuità con la piazza e la copertura, che funge da amplificazione del tessuto urbano circostante. Questa soluzione arricchisce le potenzialità organizzative e gestionali del museo, permettendo un uso differenziato delle diverse aree. L'edificio si fonde con i flussi della città, promuovendo l'inclusione sociale.

L’ARCHITETTURA:

Il concetto tipologico si fonda su principi compositivi ben definiti quali: conservare il recinto, liberando le antiche strutture da ogni ruolo portante e concepire la tettonica del museo in modo indipendente, integrando strutture in elevazione in cls armato con travi reticolari a grandi luci in acciaio.
                           

“L’edificio è progettato come un grande ‘contenitore cavo’, indifferenziato e continuo, che adeguandosi al sedime e al partito architettonico del recinto murario dell’ex stabilimento militare, struttura e suddivide il programma museale fino a risolversi nella copertura immaginata come un grande giardino pensile”

I sei elementi tipologici:

1.   La conservazione e il restauro del recinto del vecchio ‘Stabilimento Militare’, unico frammento superstite dell’antico assetto del quadrante urbano Flaminio

2.   Un’attenta concezione ambientale che, attraverso la forma dell’architettura, eleva a simbolo i principi della sostenibilità mettendo in ‘scena’ valori elementari e universali: terra, calore, aria e acqua

3.   Una concezione estetica intellegibile, che combina la razionalità scatolare del volume del museo, con la singolarità scultorea delle ‘torri solari’, che svettano in copertura divenendo dei landmark ad alto contenuto tecnologico e simbolico

4.  Una copertura concepita come un frammento di paesaggio naturale, destinato alla ri-colonizzazione spontanea delle specie prative e arbustive, inserito all’interno del tessuto antropizzato: un ambiente resiliente ad elevata biodiversità fruibile da tutti

5.  Una concezione strutturale a grandi luci in acciaio per garantire un uso flessibile degli spazi: un ‘contenitore cavo’, indifferenziato e continuo, adeguato alla dinamica degli eventi, plasmabile dal tempo, concepito sul piano costruttivo dall’uso di materiali assemblati a secco

6.  Una concezione tipologico-distributiva permeabile, che nel rispetto della preesistenza, accoglie la vita della collettività, garantendo una frequentazione libera dell’organizzazione funzionale: l’edificio si fa soglia lasciandosi attraversare dai flussi della città e rompe la logica in-the-box favorendo l’inclusione sociale

I COLORI NELLA  CAPITALE:

I colori assumono un ruolo significativo nel rapporto con Roma: l'ocra, i gialli e i rossi contribuiscono a creare un legame emotivo con la città. Questi disegni non sono semplici rappresentazioni di luoghi, ma piuttosto espressioni di atmosfere e emozioni. Un esempio di questo approccio è la 'piccola ala di muro gialla', che Proust richiama dalla veduta di Delft di Vermeer, un ricordo dei paesaggi romani di Corot. Questo è evidente nella citazione involontaria del profilo di San Pietro in una delle prospettive del progetto. Così come in Corot, per usare le parole di Kandinsky, la natura, le forme architettoniche e talvolta figure umane sparse danno forma a "stati d'animo mascherati da forme naturali".

IL PROGETTO:

L'idea si basa sulla creazione di una vasta sala divisa su 4 livelli, progettata per ospitare diverse funzioni senza l'ingombro di colonne intermedie. Questo spazio offre massima flessibilità nella disposizione degli elementi. È uno spazio versatile che integra le specifiche richieste del programma espositivo, comprese aree come il foyer, la galleria di accesso, il museo, le sale su richiesta, i laboratori, l'auditorium e il centro di ricerca. Per ottimizzare questa disposizione, le funzioni di supporto (scale, ascensori, montacarichi, cortili, servizi igienici, ecc.) sono concentrate in nuclei compatti e autonomi. I piloni cavi sostengono le travi reticolari e le torri solari, le quali, ergendosi sopra le corti vuote, portano all'interno della struttura cielo, vento, acqua, calore e luce naturale. Questo approccio permette di massimizzare l'utilizzo dello spazio e di creare un ambiente dinamico e aperto.

Il museo presenta una disposizione funzionale e spaziale che agevola l'accesso all'offerta culturale in un ambiente completamente accessibile (progettato per l'accessibilità). Un vasto foyer attraversa l'intero edificio, rafforzando il legame tra gli spazi esterni e interni, collegando il pubblico ai percorsi museali e al 'Giardino Pensile Solare'. Il programma è organizzato su quattro livelli sopra terra e include anche uno spazio sotterraneo.

I piani:

• il piano ipogeo (poco più di una galleria) organizza magazzini e locali tecnici

• il piano terra, posto in continuità con gli spazi pubblici, assorbe, nella grande galleria e nella promenade architecturale, i flussi pubblici, ponendoli in contatto tanto con le attrezzature ad accesso libero (auditorium, caffetteria, biblioteca, parco solare, sala on-demand), tanto con gli spazi destinati all’esplorazione scientifica (collezione stabile e temporanea del museo). La presenza di corti didattiche dedicate agli elementi acqua, terra, aria e calore (in coerenza con i principi di sostenibilità) ritma lo spazio realizzando giardini esperienziali e offrendo illuminazione naturale ai vasti ambienti interni

• il piano intermedio, o mezzanino, si affaccia sugli spazi museali a doppia e tripla altezza e consente l’organizzazione di spazi dedicati al public engagement e all’interazione diretta del pubblico con strumentazioni scientifiche, oltre ad offrire punti privilegiati di osservazione dall’alto delle grandi installazioni

• il piano attico, una piastra costituita da gallerie fluide e comunicanti tra loro, attraversata delle corti per garantire luce zenitale, accoglie una griglia di ambienti espositivi modulabili per ospitare attività immersive, laboratori didattici, gabinetti scientifici e favorire un ambiente idoneo alla ricerca. È qui che si conclude la promenade architecturale, conducendo i flussi del quartiere a fruire del book-shop, della caffetteria e del giardino solare

Il giardino solare:

Questo giardino è caratterizzato dalla crescita spontanea di arbusti e prati, da vasche e serbatoi per la raccolta dell'acqua piovana e soprattutto, è dominato dalle 11 torri impiantistiche: ombrelli protettivi, strutture multitasking, sculture in uno spazio aperto e supporti per dispositivi di produzione di energia rinnovabile.

In questo contesto, l'intervento trasforma la copertura in un frammento di paesaggio naturale, un rifugio e un simbolo. Questo luogo è pensato per la ricolonizzazione spontanea di specie vegetali, sia autoctone che non, all'interno di un ambiente umanizzato. È un ambiente resiliente con una ricca biodiversità che richiede una bassa manutenzione e genera un minimo disturbo ambientale.



Sistema urbano del nuovo MSR:

Grazie al Giardino Pensile lo spazio esterno del MSR si estende dalla Piazza alla copertura accogliendo ampie superfici vegetali con la potenzialità di sviluppi in serra. In particolare, le fasce vegetative e arbustive spontanee favoriscono la biodiversità dell’ecosistema attirando le specie impollinatrici.

Spazi simultanei, sequenziali e in successione:

Nella progettazione dei musei moderni, è fondamentale adottare una concezione spaziale flessibile per adattarsi alle mutevoli esigenze espositive. Questo significa definire una struttura che garantisca adattabilità: una spazialità continua, uniforme e neutra. Il museo è principalmente un luogo di movimento, con foyer, gallerie e ascensori che guidano l'esperienza di visita. Da un lato, può offrire una narrazione lineare, mentre dall'altro può permettere percorsi liberi e alternativi, creando un ordine soggettivo nello spazio. Quindi, da una parte c'è una progressione ordinata e sequenziale; dall'altra c'è un'esplorazione libera e sperimentale.

Il movimento:

In un museo dai contenuti flessibili e dinamici, che assume identità adeguandosi nel tempo ai diversi allestimenti ed eventi espositivi, riveste grande importanza gestire le fasi e il processo di aggiornamento che tale peculiarità richiede: da un lato smontare, movimentare, allontanare e dall’altro procedere in senso opposto per garantire la continuità d’uso.

Vedere, percepire, guardare:

Una spazialità uniforme e continua può risultare inappropriata quando si tratta di organizzare spazi per ospitare una varietà di oggetti espositivi di dimensioni, proporzioni e forme diverse. Questi oggetti possono variare notevolmente, da molto grandi a molto piccoli, reali o virtuali, e possono essere percepiti, letti o interagiti con loro. Le caratteristiche fisiche delle opere esposte e il modo in cui vengono fruite costituiscono un altro aspetto cruciale nella strategia di progettazione.

In breve, possiamo identificare quattro diverse modalità di percezione degli oggetti e delle cose:

• Vedere da lontano: cose percepite da distante, sia in interno che in esterno.

•Vedere dall’intorno: cose percepite tridimensionalmente, dall’alto e dal basso.

• Vedere da vicino: cose percepite attraverso una scala intermedia, non più corrispondente con lo spazio: quella della teca, dello schermo, del totem ecc.

• Interagire, prender parte: istallazioni che offrono un’attività interattiva e hands-on.

LA COSTRUZIONE:

Il museo è progettato utilizzando materiali riciclati e riciclabili, assemblati in modo secco e facilmente smontabili. Le strutture portanti, come le travi reticolari e le torri solari, sono realizzate in acciaio, ideale per costruzioni a secco. Le fondazioni, i muri e le solette sono in calcestruzzo armato, fornendo stabilità, specialmente contro i terremoti.

Per quanto riguarda l'involucro esterno, la progettazione si basa su una concezione architettonica e tecnologica per un comportamento sostenibile ed esteticamente gradevole. Il design tiene conto del clima romano, creando ombre e proteggendo dall'abbagliante luce solare. Un rivestimento semitrasparente con montanti in acciaio sorregge pannelli in metallo forato, offrendo stabilità e protezione contro il sole, consentendo comunque la penetrazione della luce naturale e la vista della città.

Inoltre, le ampie vetrate panoramiche sono protette da schermature solari, garantendo una ventilazione naturale adeguata per diverse esposizioni e orientamenti.

I vantaggi principali dell'uso dell'acciaio Cor-Ten includono un aspetto naturale che si integra con l'antico contesto industriale, resistenza naturale alla corrosione, bassi costi di manutenzione, facilità di lavorazione e montaggio, durabilità superiore rispetto all'acciaio zincato e sostenibilità grazie al 100% di riciclabilità. Per l'involucro esterno, sono previste ampie facciate trasparenti con montanti e traversi in alluminio riciclato, fornendo ventilazione naturale attraverso serramenti apribili.

Per le tamponature interne flessibili delle gallerie museali, si propone un sistema modulare scorrevole con telai in acciaio e tamponature in tessuti tecnici (Goretex/Tenara, Ptfe). Questo sistema offre leggerezza, permeabilità visiva del 40% per la luce naturale, facilità di montaggio, resistenza meccanica, resistenza al fuoco, impermeabilità all'acqua e all'aria, resistenza allo sporco, durabilità e riciclabilità. Queste superfici possono anche essere utilizzate come schermi per proiezioni.

Il progetto prevede un tetto giardino fruibile da tutti, con arbusti, prati, vasche e cisterne per la raccolta delle acque piovane. Il tetto è dominato da 11 torri in acciaio Cor-Ten, che sostengono il sistema di raccolta delle acque piovane e i dispositivi per la produzione di energia rinnovabile, come i pannelli solari fotovoltaici e il geotermico.


LA SOSTENIBILITA:

Determinate forme raccolgono elementi naturali, come l’aria, la pioggia, il calore e le trasformano in fenomeni sensibili e utili per il benessere dell’essere umano. Si è ipotizzato quindi di modellare alcuni elementi del progetto facendoli diventare dei congegni tecnici per contribuire a sostenere il benessere ambientale dell’edificio: macchine efficienti ed ecologiche, alimentate dall’aria, dal calore e dalla pioggia, che producono emissioni, catturate assecondando l’intensità dei flussi e i loro effetti nell’ambiente. Un legame armonioso tra geometria e natura che sintetizza una tendenza verso un’arte ecologica. Con questa strategia è da giustificare l’immagine delle alte torri metalliche configurate a ombrello, che campeggiano sulla superficie del giardino pensile. Questi elementi sono associati alle corti interne che attraversano il ‘ventre’ dell’edificio fino a raggiungere il suolo.

Le torri rappresentano la massima concentrazione di produzione di energia attiva e passiva, migliorando i processi di scambio termico con aria e acqua. Sono multifunzionali:

-Sostengono pannelli fotovoltaici e solari termici per l'autoconsumo e il solar cooling.

-Convogliano l'acqua piovana in vasche di riserva, trattata per il riutilizzo tramite fito-depurazione, utilizzata per raffreddamento adiabatico e irrigazione.

-Agiscono come camini del vento, contribuendo alla gestione energetica.

-Servono per serre solari e idroponiche.

-Contengono componenti tecnologiche per il trattamento dell'aria e recuperano fino all'84% dell'energia termica attraverso recuperatori di calore ad alta efficienza e raffreddamento adiabatico.

-Facilitano lo scambio termico con l'aria per la condensazione estiva e l'evaporazione invernale, migliorando l'efficienza delle pompe di calore in tutte le stagioni.

Le torri fungono anche da sistemi di ombreggiamento sulla copertura, adatti per attività didattiche, ricreative o eventi culturali come concerti e conferenze. L'intera area sarà dotata di una rete di pozzi geotermici con sonde di scambio termico a circuito chiuso. Questo sistema sostenibile utilizza la geotermia a bassa entalpia, sfruttando lo scambio termico costante con il terreno, garantendo un alto rendimento energetico senza disturbare l'equilibrio geofisico.




luigi franciosini e cristina casadei 

SCUOLA DELL'INFANZIA E PRIMARIA "MADONNINA"

Concorso di idee per la realizzazione di #scuoleinnovative




La scuola è immaginata come con una piccola città nella città, con i suoi tetti, le corti, le gallerie e gli slarghi, le sue stanze e i giardini interni, così come emerge dall’osservazione dei caratteri morfologici del centro storico di Modena. Ne deriva un’immagine architettonica radicata nel paesaggio padano: quella dei grandi impianti a corte, ordinariamente disposti nella città a confermare le trame infrastrutturali del territorio emiliano.

Inquadramento urbanistico

La scuola è immaginata come una nuova centralità del quartiere posta tra Via del Mercato e il parco di nuova programmazione. Lungo le strade si attestano i parcheggi pubblici mentre in corrispondenza degli ingressi il marciapiede si dilata a sottolineare la valenza urbana dell’edificio, suggerendo l’accesso al complesso scolastico.

La scuola è immaginata integrata con la vita della comunità; nei suoi spazi recepisce il contenuto funzionale del modello educativo aprendosi alle attività culturali promosse dalla collettività.


Descrizione dell’opera
L’architettura della scuola è promessa di felicità in grado di esprimere armonia e bellezza, valori rivelati nelle forme dell’equilibrio, della sobrietà e della coerenza: una condizione di rigore tecnico ed estetico che precede ed inaugura lo stato di conoscenza ed il sapere. L’architettura della scuola è portatrice di valori che scaturiscono dalla tradizione; nelle sue forme e nei suoi materiali emerge il senso della continuità nella dimensione in continuo divenire dell’innovazione. L’architettura della scuola rifiuta l’eccentricità e l’individualismo: essa richiede un linguaggio semplice, razionale ed intellegibile. L’architettura della scuola promette durata e non accetta forme provvisorie ed effimere: riceve dal tempo la sua identità, garantendo resistenza e longevità. L’architettura della scuola è durevole proprio perché di tutti.
La semplicità, la chiarezza e la sobrietà ne identificano la natura architettonica: una struttura protetta costituita da una comunità di stanze che si rivolge alla città accogliendo nei suoi spazi la vitalità del quartiere.

Un impianto costituito da un recinto che circoscrive un tessuto edilizio basso, ritmato dall’alternanza di padiglioni, distribuiti da una galleria, aperti su corti e giardini. Dalla sua struttura emergono tre elementi principali: il basamento massivo per l’adattamento al suolo; l’elevazione di muri e pilastri per il sostegno dell’involucro e, infine, il grande tetto che si articola seguendo le altezze differenziate delle parti. Al sistema murario in mattoni (lungo il perimetro dell’edificio), si contrappone quello della costruzione in legno, concepito per soddisfare i principi di sicurezza, economicità, flessibilità, permeabilità, assicurando multifunzionalità e continuità tra gli spazi, favorendo così le diverse attività pedagogiche.


Un programma flessibile ed integrato deve trovare la sua sostanza nella concezione strutturale, nei materiali e nelle tecnologie.
Non tutti gli spazi della scuola richiedono la stessa qualità di luce naturale: l’aula vuole prevalentemente una luce dall’alto, omogeneamente distribuita. Altri spazi, come il refettorio, i laboratori, e la palestra, richiedono un’illuminazione più terrena in cui luce e vedute si compongono in uno stesso valore.






Sicurezza e sismica 

La struttura dell’edificio si articola in 3 parti, basamento, elevazione e copertura, che differiscono per materiale e modalità di realizzazione. Le fondazioni sono dirette del tipo a platea opportunamente dimensionate nel rispetto di quanto richiesto per la progettazione sismica. La scelta è conseguente alle caratteristiche di leggerezza della struttura in elevazione e alla distribuzione uniforme dei carichi. Le strutture perimetrali in elevazione, in cls armato, realizzano il controventamento dell’intero organismo, mentre per i padiglioni la struttura è in legno lamellare con telai di sostegno della copertura costituita da travi, capriate e doppio tavolato incrociato di irrigidimento. La caratteristica
peculiare della struttura è rappresentata dal posizionamento, lungo il perimetro delle corti, di una trave configurata a L, che funziona da cerchiatura d’irrigidimento sul piano orizzontale. Tale soluzione consente alla copertura di trasferire le azioni orizzontali (sisma e vento) agli elementi perimetrali preposti al
controventamento dell’edificio.
La combinazione delle due tecnologie (legno e cls a.) ha i seguenti obbiettivi: riduzione della vulnerabilità sismica e sicurezza
strutturale; rapidità di realizzazione attraverso la prefabbricazione degli elementi lignei; durabilità e conservazione delle caratteristiche meccaniche nel tempo. Gli elementi esposti agli agenti meteorici e biologici sono realizzati in cls rivestito in mattoni mentre quelli in legno sono destinati alle parti protette, così da garantire la durabilità dell’edificio.
Non meno importante è il tema della resistenza al fuoco che verrà soddisfatto con il sovradimensionamento delle sezioni resistenti.



Benessere

La morfologia della costruzione e il trattamento dell’involucro consentono di avere un livello ottimale di luce naturale. La presenza dei lucernari sul lato più interno delle aule permette di avere un bilanciamento della luce naturale. L’illuminazione artificiale, quando necessaria, interverrà in maniera progressiva ad integrarequella naturale. Il progetto prevede un sistema di VMC (ventilazione meccanica controllata) con un volume di ricambi, pilotato da un rilevatore di CO2 e di VOC in ogni ambiente, che comprende il filtraggio per l’abbattimento
d’inquinanti. L’uso di materiali e trattamenti naturali per tutti i componenti della costruzione, dalla struttura agli isolanti, alle finiture, garantisce l’assenza di emissioni nocive negli ambienti. La scelta di un sistema di climatizzazione statico a pavimento radiante assicura il mantenimento delle migliori condizioni di comfort, sia in regime invernale che in regime estivo, garantendo una uniforme distribuzione della temperatura nelle aule, e evitando il movimento delle polveri innescato dai sistemi tradizionali a convezione. Il sistema di VMC con recuperatore di calore garantisce l’immissione di aria di ricambio a temperatura neutra e il trattamento di deumidificazione dell’aria.


Sostenibilità energetica e ambientale

La filosofia del progetto mira a garantire la massima sinergia tra l’ottimizzazione del comportamento passivo della costruzione e l’azione dell’impianto di climatizzazione, concepito come sistema integrativo per il comfort. I sistemi di captazione attiva consentono inoltre di bilanciare l’energia assorbita dagli impianti, generando un edificio a bilancio energetico neutro (NZEB). La morfologia dell’edificio, infatti, consente nella stagione invernale una buona penetrazione del sole, mentre nella stagione estiva gli aggetti garantiscono l’ombreggiamento delle finestre.
L’inerzia delle parti verticali in laterizio e le intercapedini ventilate del manto di copertura, unitamente agli elevati spessori dell’isolamento, garantiscono una bassa dispersione in regime invernale ed un’ottima resistenza alla penetrazione dell’onda di calore in regime estivo.
L’utilizzo di infissi con profili a taglio termico e vetri doppi basso emissivi con gas argon in intercapedine garantisce una elevata prestazione delle superfici trasparenti.
Il sistema VMC con recuperatore di calore dinamico minimizza le dispersioni per la ventilazione.
Il sistema di generazione del fluido caldo-freddo per la climatizzazione e per l’ACS a pompa di calore con scambiatore geotermico garantirà la massima efficienza energetica con un COP medio superiore a 4.
Il sistema, costituito da una batteria di pompe di calore ad inverter, è concepito per funzionare in maniera modulare per ottimizzare i consumi anche in caso di utilizzo parziale degli spazi (utilizzo rivolto al quartiere).
Anche per la mensa si prevedono piani di cottura ad induzione magnetica in modo da eliminare totalmente il gas dalla costruzione diminuendo i rischi connessi.
L’adozione di un sistema costruttivo prefabbricato in legno consentirà inoltre di ridurre i tempi di cantiere abbassando l’impatto sul quartiere, di minimizzare gli scarti di lavorazione attraverso la razionalizzazione del processo di produzione in stabilimento.




Il ciclo di vita

Il progetto utilizza 4 materiali: il vetro per le superfici trasparenti, il legno per la struttura, per le finiture interne e per i materiali isolanti, il laterizio per le finiture esterne e il cls a. per le fondazioni e muri di contrafforte.
Tutti materiali utilizzati nel progetto sono a basso contenuto di energia primaria, totalmente atossici durante le fasi di produzione, lavorazione, ciclo di vita e dismissione. Questa attenzione è importante per ogni costruzione, ma diventa essenziale per la realizzazione di edifici deputati alla formazione delle generazioni future.







Domanda per l'ospite Luigi Franciosini: 

quali sono per lei le linee guida da rispettare per la realizzazione di un'edificio nel difficile contesto storico-artistico di Roma?

Ricerca a cura di:

Roberta Recchia Ottavia Popiel, click: BLOG DEL BUDDY













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