IL MUSEO DELLA SCIENZA DI ROMA- CONCORSO
IL
RAPPORTO CON LA CITTA:
Il progetto per il museo della scienza di Roma si integra armoniosamente con il contesto degli Stabilimenti Militari e la città circostante. Conserva il recinto antico, incorporandolo come parte integrante del complesso museale. L'ambiente è caratterizzato da angoli retti, ombre regolari, assi e contrappunti, con alberi di platano lungo Via Reni. Questo paesaggio è racchiuso tra le colline di Monte Mario e Monte Parioli, bordato dal fiume e delineato dalla sagoma del tridente novecentesco.
Più regolare
è il layout urbano, più intensa diventa l'espressione del progetto quando le
emergenze architettoniche si intersecano: i canali sinuosi del MAXXI, la
calotta sferica e la conca scolpita dello stadio Flaminio, i tre carapaci
adagiati tra le colline di ulivi, i blocchi rossi del quartiere Olimpico...
Questo contesto è ricco di elementi eccezionali che interagiscono tra loro. L'impianto architettonico offre due approcci: uno libero e uno controllato. Le funzioni accessibili a tutti sono collocate in continuità con la piazza e la copertura, che funge da amplificazione del tessuto urbano circostante. Questa soluzione arricchisce le potenzialità organizzative e gestionali del museo, permettendo un uso differenziato delle diverse aree. L'edificio si fonde con i flussi della città, promuovendo l'inclusione sociale.
L’ARCHITETTURA:
“L’edificio è progettato come un grande ‘contenitore cavo’, indifferenziato e continuo, che adeguandosi al sedime e al partito architettonico del recinto murario dell’ex stabilimento militare, struttura e suddivide il programma museale fino a risolversi nella copertura immaginata come un grande giardino pensile”
I sei
elementi tipologici:
1. La conservazione e il restauro del
recinto del vecchio ‘Stabilimento Militare’, unico frammento superstite
dell’antico assetto del quadrante urbano Flaminio
2. Un’attenta concezione ambientale che,
attraverso la forma dell’architettura, eleva a simbolo i principi della
sostenibilità mettendo in ‘scena’ valori elementari e universali: terra,
calore, aria e acqua
3. Una concezione estetica
intellegibile, che combina la razionalità scatolare del volume del museo, con
la singolarità scultorea delle ‘torri solari’, che svettano in copertura
divenendo dei landmark ad alto contenuto tecnologico e simbolico
4. Una copertura concepita come un
frammento di paesaggio naturale, destinato alla ri-colonizzazione spontanea
delle specie prative e arbustive, inserito all’interno del tessuto
antropizzato: un ambiente resiliente ad elevata biodiversità fruibile da tutti
5. Una concezione strutturale a grandi
luci in acciaio per garantire un uso flessibile degli spazi: un ‘contenitore
cavo’, indifferenziato e continuo, adeguato alla dinamica degli eventi,
plasmabile dal tempo, concepito sul piano costruttivo dall’uso di materiali
assemblati a secco
6. Una concezione tipologico-distributiva permeabile, che nel rispetto della preesistenza, accoglie la vita della collettività, garantendo una frequentazione libera dell’organizzazione funzionale: l’edificio si fa soglia lasciandosi attraversare dai flussi della città e rompe la logica in-the-box favorendo l’inclusione sociale
I COLORI NELLA CAPITALE:
I colori assumono un ruolo significativo nel rapporto con Roma: l'ocra, i gialli e i rossi contribuiscono a creare un legame emotivo con la città. Questi disegni non sono semplici rappresentazioni di luoghi, ma piuttosto espressioni di atmosfere e emozioni. Un esempio di questo approccio è la 'piccola ala di muro gialla', che Proust richiama dalla veduta di Delft di Vermeer, un ricordo dei paesaggi romani di Corot. Questo è evidente nella citazione involontaria del profilo di San Pietro in una delle prospettive del progetto. Così come in Corot, per usare le parole di Kandinsky, la natura, le forme architettoniche e talvolta figure umane sparse danno forma a "stati d'animo mascherati da forme naturali".
L'idea si
basa sulla creazione di una vasta sala divisa su 4 livelli, progettata per
ospitare diverse funzioni senza l'ingombro di colonne intermedie. Questo spazio
offre massima flessibilità nella disposizione degli elementi. È uno spazio
versatile che integra le specifiche richieste del programma espositivo,
comprese aree come il foyer, la galleria di accesso, il museo, le sale su
richiesta, i laboratori, l'auditorium e il centro di ricerca. Per ottimizzare
questa disposizione, le funzioni di supporto (scale, ascensori, montacarichi,
cortili, servizi igienici, ecc.) sono concentrate in nuclei compatti e
autonomi. I piloni cavi sostengono le travi reticolari e le torri solari, le
quali, ergendosi sopra le corti vuote, portano all'interno della struttura
cielo, vento, acqua, calore e luce naturale. Questo approccio permette di
massimizzare l'utilizzo dello spazio e di creare un ambiente dinamico e aperto.
Il museo presenta una disposizione funzionale e spaziale che agevola l'accesso all'offerta culturale in un ambiente completamente accessibile (progettato per l'accessibilità). Un vasto foyer attraversa l'intero edificio, rafforzando il legame tra gli spazi esterni e interni, collegando il pubblico ai percorsi museali e al 'Giardino Pensile Solare'. Il programma è organizzato su quattro livelli sopra terra e include anche uno spazio sotterraneo.
I piani:
• il piano ipogeo (poco più di una galleria) organizza magazzini e locali
tecnici
• il piano terra, posto in continuità con gli spazi pubblici, assorbe, nella
grande galleria e nella promenade architecturale, i flussi pubblici, ponendoli
in contatto tanto con le attrezzature ad accesso libero (auditorium,
caffetteria, biblioteca, parco solare, sala on-demand), tanto con gli spazi
destinati all’esplorazione scientifica (collezione stabile e temporanea del
museo). La presenza di corti didattiche dedicate agli elementi acqua, terra,
aria e calore (in coerenza con i principi di sostenibilità) ritma lo spazio
realizzando giardini esperienziali e offrendo illuminazione naturale ai vasti
ambienti interni
• il piano intermedio, o mezzanino, si affaccia sugli spazi museali a doppia e
tripla altezza e consente l’organizzazione di spazi dedicati al public
engagement e all’interazione diretta del pubblico con strumentazioni scientifiche,
oltre ad offrire punti privilegiati di osservazione dall’alto delle grandi
installazioni
• il piano attico, una piastra costituita da gallerie fluide e comunicanti tra
loro, attraversata delle corti per garantire luce zenitale, accoglie una
griglia di ambienti espositivi modulabili per ospitare attività immersive,
laboratori didattici, gabinetti scientifici e favorire un ambiente idoneo alla
ricerca. È qui che si conclude la promenade architecturale, conducendo i flussi
del quartiere a fruire del book-shop, della caffetteria e del giardino solare
Il giardino solare:
In questo
contesto, l'intervento trasforma la copertura in un frammento di paesaggio
naturale, un rifugio e un simbolo. Questo luogo è pensato per la
ricolonizzazione spontanea di specie vegetali, sia autoctone che non,
all'interno di un ambiente umanizzato. È un ambiente resiliente con una ricca
biodiversità che richiede una bassa manutenzione e genera un minimo disturbo
ambientale.
Sistema urbano del nuovo MSR:
Grazie al Giardino Pensile lo spazio esterno del MSR si estende dalla Piazza alla copertura accogliendo ampie superfici vegetali con la potenzialità di sviluppi in serra. In particolare, le fasce vegetative e arbustive spontanee favoriscono la biodiversità dell’ecosistema attirando le specie impollinatrici.
Spazi
simultanei, sequenziali e in successione:
Nella progettazione dei musei moderni, è fondamentale adottare una concezione spaziale flessibile per adattarsi alle mutevoli esigenze espositive. Questo significa definire una struttura che garantisca adattabilità: una spazialità continua, uniforme e neutra. Il museo è principalmente un luogo di movimento, con foyer, gallerie e ascensori che guidano l'esperienza di visita. Da un lato, può offrire una narrazione lineare, mentre dall'altro può permettere percorsi liberi e alternativi, creando un ordine soggettivo nello spazio. Quindi, da una parte c'è una progressione ordinata e sequenziale; dall'altra c'è un'esplorazione libera e sperimentale.
Il
movimento:
In un museo dai contenuti flessibili e dinamici, che assume identità adeguandosi nel tempo ai diversi allestimenti ed eventi espositivi, riveste grande importanza gestire le fasi e il processo di aggiornamento che tale peculiarità richiede: da un lato smontare, movimentare, allontanare e dall’altro procedere in senso opposto per garantire la continuità d’uso.
Vedere,
percepire, guardare:
Una
spazialità uniforme e continua può risultare inappropriata quando si tratta di
organizzare spazi per ospitare una varietà di oggetti espositivi di dimensioni,
proporzioni e forme diverse. Questi oggetti possono variare notevolmente, da
molto grandi a molto piccoli, reali o virtuali, e possono essere percepiti,
letti o interagiti con loro. Le caratteristiche fisiche delle opere esposte e
il modo in cui vengono fruite costituiscono un altro aspetto cruciale nella
strategia di progettazione.
In breve,
possiamo identificare quattro diverse modalità di percezione degli oggetti e
delle cose:
• Vedere
da lontano: cose
percepite da distante, sia in interno che in esterno.
•Vedere
dall’intorno: cose
percepite tridimensionalmente, dall’alto e dal basso.
• Vedere
da vicino: cose
percepite attraverso una scala intermedia, non più corrispondente con lo
spazio: quella della teca, dello schermo, del totem ecc.
• Interagire, prender parte: istallazioni che offrono un’attività interattiva e hands-on.
LA
COSTRUZIONE:
Il museo è
progettato utilizzando materiali riciclati e riciclabili, assemblati in modo
secco e facilmente smontabili. Le strutture portanti, come le travi reticolari
e le torri solari, sono realizzate in acciaio, ideale per costruzioni a secco.
Le fondazioni, i muri e le solette sono in calcestruzzo armato, fornendo
stabilità, specialmente contro i terremoti.
Per quanto
riguarda l'involucro esterno, la progettazione si basa su una concezione
architettonica e tecnologica per un comportamento sostenibile ed esteticamente
gradevole. Il design tiene conto del clima romano, creando ombre e proteggendo
dall'abbagliante luce solare. Un rivestimento semitrasparente con montanti in
acciaio sorregge pannelli in metallo forato, offrendo stabilità e protezione
contro il sole, consentendo comunque la penetrazione della luce naturale e la
vista della città.
Inoltre, le ampie vetrate panoramiche sono protette da schermature
solari, garantendo una ventilazione naturale adeguata per diverse esposizioni e
orientamenti.
I vantaggi
principali dell'uso dell'acciaio Cor-Ten includono un aspetto naturale che si
integra con l'antico contesto industriale, resistenza naturale alla corrosione,
bassi costi di manutenzione, facilità di lavorazione e montaggio, durabilità
superiore rispetto all'acciaio zincato e sostenibilità grazie al 100% di
riciclabilità. Per l'involucro esterno, sono previste ampie facciate
trasparenti con montanti e traversi in alluminio riciclato, fornendo
ventilazione naturale attraverso serramenti apribili.
Per le
tamponature interne flessibili delle gallerie museali, si propone un sistema
modulare scorrevole con telai in acciaio e tamponature in tessuti tecnici
(Goretex/Tenara, Ptfe). Questo sistema offre leggerezza, permeabilità visiva
del 40% per la luce naturale, facilità di montaggio, resistenza meccanica,
resistenza al fuoco, impermeabilità all'acqua e all'aria, resistenza allo
sporco, durabilità e riciclabilità. Queste superfici possono anche essere
utilizzate come schermi per proiezioni.
Il progetto
prevede un tetto giardino fruibile da tutti, con arbusti, prati, vasche e
cisterne per la raccolta delle acque piovane. Il tetto è dominato da 11 torri
in acciaio Cor-Ten, che sostengono il sistema di raccolta delle acque piovane e
i dispositivi per la produzione di energia rinnovabile, come i pannelli solari
fotovoltaici e il geotermico.
LA
SOSTENIBILITA:
Determinate
forme raccolgono elementi naturali, come l’aria, la pioggia, il calore e le
trasformano in fenomeni sensibili e utili per il benessere dell’essere umano.
Si è ipotizzato quindi di modellare alcuni elementi del progetto facendoli
diventare dei congegni tecnici per contribuire a sostenere il benessere
ambientale dell’edificio: macchine efficienti ed ecologiche, alimentate
dall’aria, dal calore e dalla pioggia, che producono emissioni, catturate
assecondando l’intensità dei flussi e i loro effetti nell’ambiente. Un legame
armonioso tra geometria e natura che sintetizza una tendenza verso un’arte
ecologica. Con questa strategia è da giustificare l’immagine delle alte torri
metalliche configurate a ombrello, che campeggiano sulla superficie del
giardino pensile. Questi elementi sono associati alle corti interne che
attraversano il ‘ventre’ dell’edificio fino a raggiungere il suolo.
Le torri rappresentano la massima concentrazione di produzione di energia
attiva e passiva, migliorando i processi di scambio termico con aria e acqua.
Sono multifunzionali:
-Sostengono pannelli fotovoltaici e solari termici per l'autoconsumo e il
solar cooling.
-Convogliano l'acqua piovana in vasche di riserva, trattata per il
riutilizzo tramite fito-depurazione, utilizzata per raffreddamento adiabatico e
irrigazione.
-Agiscono come camini del vento, contribuendo alla gestione energetica.
-Servono per serre solari e idroponiche.
-Contengono componenti tecnologiche per il trattamento dell'aria e
recuperano fino all'84% dell'energia termica attraverso recuperatori di calore
ad alta efficienza e raffreddamento adiabatico.
-Facilitano lo scambio termico con l'aria per la condensazione estiva e l'evaporazione invernale, migliorando l'efficienza delle pompe di calore in tutte le stagioni.
Le torri fungono anche da sistemi di ombreggiamento sulla copertura, adatti per attività didattiche, ricreative o eventi culturali come concerti e conferenze. L'intera area sarà dotata di una rete di pozzi geotermici con sonde di scambio termico a circuito chiuso. Questo sistema sostenibile utilizza la geotermia a bassa entalpia, sfruttando lo scambio termico costante con il terreno, garantendo un alto rendimento energetico senza disturbare l'equilibrio geofisico.
SCUOLA DELL'INFANZIA E PRIMARIA "MADONNINA"
Concorso di idee per la realizzazione di #scuoleinnovative
La scuola è immaginata come con una piccola città nella città, con i suoi tetti, le corti, le gallerie e gli slarghi, le sue stanze e i giardini interni, così come emerge dall’osservazione dei caratteri morfologici del centro storico di Modena. Ne deriva un’immagine architettonica radicata nel paesaggio padano: quella dei grandi impianti a corte, ordinariamente disposti nella città a confermare le trame infrastrutturali del territorio emiliano.
Inquadramento urbanistico
La scuola è immaginata come una nuova centralità del quartiere posta tra Via del Mercato e il parco di nuova programmazione. Lungo le strade si attestano i parcheggi pubblici mentre in corrispondenza degli ingressi il marciapiede si dilata a sottolineare la valenza urbana dell’edificio, suggerendo l’accesso al complesso scolastico.
La scuola è immaginata integrata con la vita della comunità; nei suoi spazi recepisce il contenuto funzionale del modello educativo aprendosi alle attività culturali promosse dalla collettività.
Domanda per l'ospite Luigi Franciosini:
quali sono per lei le linee guida da rispettare per la realizzazione di un'edificio nel difficile contesto storico-artistico di Roma?
Ricerca a cura di:
Roberta Recchia e Ottavia Popiel, click: BLOG DEL BUDDY
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