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RUGGERO LENCI - La scultura e l'architettura in simbiosi


RUGGERO LENCI 

Professore ordinario dal 2016 in composizione architettonica e urbana presso la facoltà di ingegneria civile e industriale dell'università di Roma “la sapienza”, è stato co-fondatore degli annali del dipartimento di architettura e urbanistica per l’ingegneria. E' membro del dottorato di ricerca in ingegneria dell'architettura e dell'urbanistica. Dal 1989 ha contribuito con ricerche, progetti e realizzazioni allo studio evolutivo dell'edilizia abitativa economica e popolare a Roma, Bergamo, Bologna, Venezia, Firenze e in Svezia. Attivo nel campo dell'arte, il comitato critico del catalogo dell'arte moderna - editoriale Mondadori - Milano 2016 gli ha conferito il giudizio di "alto interesse critico".








I Morfemi Dinamici - La scultura secondo Lenci

All’attività di architetto affianca un’intensa attività artistica, correlata e in continuità con la prima, che fanno di Lenci un originale e riconoscibile interprete di una ricerca colta della rappresentazione spaziale e bidimensionale.

La scelta di Lenci di esplorare l'arte è profondamente radicata nella sua volontà di superare le tradizionali distinzioni tra diverse forme artistiche. Per Lenci, l'arte non è semplicemente confinata alla pittura o alla scultura; essa abbraccia un'ampia gamma di medium, tra cui architettura, disegno, incisione e altro ancora. Questa visione eclettica e inclusiva dell'arte è permeata dall'eredità costruttivista delle avanguardie storiche e dal messaggio di unità ideativa proveniente dal Bauhaus, un movimento che ha cercato di integrare l'arte nella vita quotidiana.

La sua decisione di dare tridimensionalità alle sue opere mostra un desiderio di esplorare e sfidare i confini della rappresentazione artistica. Le sue creazioni si estendono attraverso diverse scale rappresentative, dalla minuziosa cura per i dettagli di un piccolo manufatto alla grandezza e alla maestosità di una scultura. Questa varietà di dimensioni non è solo una dimostrazione delle sue abilità tecniche, ma anche una dichiarazione audace sulla natura infinitamente versatile dell'arte stessa.

Le sue sculture scomponibili della serie “Morfemi dinamici” assumono una forte impronta di tridimensionalità antiprospettica.

“ho voluto indagare la materia in senso scultoreo, dapprima plasmandola, poi tagliandola, vivisezionandola come farebbe un chirurgo con il bisturi sul tavolo operatorio. Da sempre affascinato da quei disegni dei libri di anatomia e dai modelli che mostrano la sezione tridimensionale di un meccanismo complesso – un motore, una turbina, ecc., quindi sia organici che inorganici – ho voluto tentare di restituire una parte di quella complessità con realizzazioni che non fossero solo pura forma statica, ma insiemi disarticolabili, in grado di restituire all’astante impulsi di vitalità dinamica.”



Il taglio della materia produce multiple tipologie di incastri, di incontri, di collegamenti, di unioni tra diverse parti, alcune morfologicamente e strutturalmente più interessanti di altre. 

I modelli sono costituiti da volumi puri sezionati secondo linee di taglio intersecanti tra loro che producono pluralità di significati: architettonici, materici, naturalistici, cibernetici. Per loro tramite si intende investigare temi che vanno oltre la dimensione statica dell’opera, ora vista come realtà spaziale disarticolabile che da un’originaria condizione monolitica acconsente a generare plurime configurazioni morfologiche attraverso l’estrazione di sue parti. Questa dinamicità dà luogo alla variazione della dimensione topologica del volume iniziale, degli elementi che lo compongono, della somma delle superfici, della sua complessità, indagando il tema della densità spaziale della materia, nonché quello del passaggio da una condizione primigenia, di azzeramento segnico, alle singole ecceità pluri-significanti nelle quali ogni inizio si scompone e riconfigura. Vi è la volontà di interpretare in senso artistico le continue e ripetute condizioni di equilibrio di un sistema dinamico attivo nel processo di traduzione di un codice, che trova rappresentazione in alcune significative intersezioni spaziali tracciabili in un solido.
Poche significative sezioni operate su un monolito primordiale, così come poche sono le basi azotate del DNA, riescono a esprimere una vasta complessità e complementarietà di superfici e membrane a somiglianza dei legami molecolari che rendono possibili vasta parte delle trasformazioni biologiche.
In modo atipico rispetto alle modalità tradizionali, questo approccio orbita intorno alla scultura, all’architettura e all’ingegneria prefiggendosi l’obiettivo di fonderne insieme alcuni principi nella materia grezza.

L'approccio di Lenci all'arte, che supera le limitazioni tradizionali e abbraccia una vasta gamma di espressioni creative, è un invito a esplorare la complessità e la diversità del mondo che ci circonda. La sua capacità di fondere elementi architettonici, scultorei e pittorici in un'unica opera d'arte suggerisce una profonda connessione con la vita e la società che lo circondano. In un mondo spesso diviso da categorie e definizioni rigide, l'arte di Lenci ci ricorda che la creatività può fiorire quando abbracciamo l'interconnessione delle discipline artistiche e quando osiamo guardare oltre le convenzioni. Le sue opere ci spingono a riflettere sulla fluidità dell'identità artistica e sulla capacità umana di creare bellezza attraverso la fusione di idee e forme apparentemente disparate. In questo modo, Lenci ci ispira a guardare all'arte come a un ponte che collega mondi diversi, un linguaggio universale che parla all'anima e sfida le barriere che spesso ci separano gli uni dagli altri.


Progetto di concorso nuova agora del comune di fonte nuova - Roma(RM)

La proposta si basa su alcune scelte strategiche, che sono: prima di tutto dar luogo a uno spazio pubblico non avulso dal contesto, ma che si articoli con i volumi proposti per il nuovo municipio di fonte nuova che la delimitano e le conferiscono il significato di agorà; successivamente era necessario ubicare la parte significativamente importante dell’agorà in posizione altimetricamente dominante, quindi sulla zona alta del sito; - dar luogo a una cavea gradinata che si affaccia sul panorama, da utilizzarsi sia per lo stare sia per spettacoli all’aperto (concerti, altri spettacoli, proiezioni); - preservare la memoria del viale esistente conservandone sia il tracciato sia gli alberi; - proporre una possibile configurazione dei nuovi volumi del municipio, finalizzata a diventare un progetto-guida per la realizzazione di un intervento integrato tra edifici pubblici e privati, quindi anche con quantità a negozi e uffici; - schermare con l’edificio comunale l’edilizia frammentata ubicata sul versante nord dell’area, su via Alessandro Manzoni; - mantenere una permeabilità verso l’area verde di proprietà dell’università “la sapienza”. Un sito e un progetto “acropolico" ovvero in modo simile all’acropoli. 

Il sito prescelto per il progetto dell’agorà, grazie alla sua posizione dominante sulla vallata che guarda verso la campagna romana (a quota + 5,15), ha tali caratteristiche. Da questa considerazione deriva sia l’ubicazione dello spazio pubblico, sia la sua esposizione, sia ancora l’inserimento della cavea gradinata per spettacoli all’aperto che si distende verso valle in direzione sud-ovest. L’effetto che si vuole ottenere stando sulla piazza acropolica è quello di generare il senso di essere proiettati nella splendida vallata, commentando così le qualità ambientali e orografiche di un territorio generoso e aperto. La parte bassa della cavea si collega alla quota stradale di via santa lucia passando sotto una passerella, prima della quale è prevista l’installazione di palchi per eventi e schermi per proiezioni. La piazza pavimentata che si viene a creare su via santa lucia, facilmente accessibile dagli autoveicoli, potrà essere utilizzata oltre che come accesso diretto al palco, alla cavea e a tutta l’agorà, anche come mercato artigianale.


Domanda per l'ospite:

L'arte , da ciò che abbiamo dedotto  dalla nostra ricerca su di lei , non è limitata semplicemente alla pittura e alla scultura , ma, abbraccia anche altre discipline come l'architettura. Sono però esse collegate direttamente tra loro ? Ad esempio; qualora un edificio con schema complesso che appare come un'opera estetica nel paesaggio urbano piuttosto che funzionale, si può definire scultura? 

Ricerca a cura di:

Roberta Recchia Ottavia Popiel, click: BLOG DEL BUDDY



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  LA STORIA: La mia famiglia è originaria della Polonia, che ,al tempo, era un paese di matrice collinare non urbanizzato, dove la natura predominava sul costruito. I miei genitori sono nati e cresciuti li finchè mio padre non decise  (portando con se successivamente mia madre) di trasferirsi in Italia per questioni economiche, essendo l’est Europa prevalentemente povero e con poche opportunità per adulti e bambini. Così a diciotto anni venne a Roma, città dove nacqui io. Crebbi così in due mondi paralleli (poiché due volte l’anno andavamo in Polonia per diversi mesi). Vedevo e vivevo queste due realtà contrastanti;  Roma era la mia città natale a cui sono sempre stata molto legata , tuttavia mi sentivo molto limitata nelle mie scelte  e nella mia autonomia fin da piccolina. Qui tutti i bambini venivano accompagnati e ripresi da scuola , io stessa avevo una babysitter che stava con me nell’arco di tempo in cui i miei genitori lavoravano . Per andare a giocare nella natura con gli altri